di Alfredo Lissoni
Recentemente l'anonimo personaggio che sta inviando il materiale ha fatto
avere alla rivista di settore altri due documenti. Il primo è un appunto scritto a mano,
apparentemente con un pennino d'epoca, su carta della Camera dei Deputati -
Tribuna della stampa (un documento analogo è stato recapitato a Pinotti), il
secondo è una lettera scritta a macchina su carta intestata dell'Agenzia
Stefani.
Questo secondo documento riferisce di un "caso Moretti" (forse un
UFO testimone) di cui non si poteva parlare che a quattr'occhi data la
"delicatezza" e la "particolarità" della vicenda; indi
lasciava intendere che divulgare, a mezzo stampa o per altra via, l'esistenza
del Gabinetto RS/33 o parlare (presumibilmente) degli avvistamenti fosse
oltremodo pericoloso.
Nel primo caso, perché la Stefani era diventata controllatissima, nel
secondo perché dopo che il Gabinetto aveva accettato la collaborazione di
elementi "Germanici", per volere del Duce che "aspirava alla
reciprocità", su tutta la questione era calata una fortissima censura. Lo
scrivente, che si rivolgeva ad un non meglio identificato Alfredo, si lamentava
del fatto che sino a pochi mesi prima la Stefani ricevesse un bollettino
ufficioso 'meteorologico'; dopo, nemmeno quello. E ricordava che occuparsi di
"certe cose" poteva essere oltremodo pericoloso, tant'è che un
"caso analogo precedente" di avvistamento UFO si era concluso con il
ricovero in manicomio del testimone.
Il documento riportava in calce la stessa sigla presente sui telegrammi del '33.
In ultima analisi, questo documento appare essere una comunicazione privata
tra due pezzi grossi della Stefani, uno dei quali - il firmatario - coinvolto
sin dall'inizio nel cover up sugli avvistamenti UFO, che si lamentano per
essere stati improvvisamente esclusi da tutte le informazioni, dopo l'entrata
in gioco dei nazisti.
Quanto alla carta intestata Camera dei deputati, essa era stata scritta
tutta a mano, riportava la dicitura 'no copia', che appare anche nei telegrammi
del '33; era intestata - a mano - come 'Gabinetto RS/33' (e poteva dunque
essere un memo per il Gabinetto o del Gabinetto, opera di un suo membro), e
riportava il nome di un UFOtestimone, certo Tolmini, che compare anche nei carteggi
inviati a Pinotti ed è qualificato come uno degli avvistatori degli UFO veneti
del '36.
Presentava poi un elenco numerato comprendente una relazione introduttiva;
la lettura di un "messaggio di Sua Eccellenza";
un ordine del giorno; una
"relazione D.S. 4/6" (di De Santi?); la relazione di Tolmini; la
lettura di un altro messaggio di un'Eccellenza; una relazione al Duce.
Il tutto doveva essere approntato in triplice copia e spedito all'archivio
degli atti del Gabinetto e in copia a Roma e a Milano - su quest'ultimo invio
il firmatario doveva essere dubbioso, avendo apposto un punto di domanda -, le
due città principalmente coinvolte nelle indagini e nel cover up e dove, forse
affatto casualmente, avevano sede le due principali Agenzie Stefani.
L'esclusione di Milano, e quindi del referente milanese Manlio Morgagni
potrebbe essere la chiave di lettura per l'improvvisa fuoriuscita di questo
materiale. Morgagni fu un fedelissimo del Duce sino alla fine; quando Mussolini
venne arrestato, Morgagni si suicidò sparandosi alla tempia. Forse oggi qualcuno intende riabilitarne
indirettamente la memoria, declassificando materiale tenuto nascosto negli
archivi "perduti" della Stefani.
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