Wednesday, August 20, 2014



di Alfredo Lissoni 





Recentemente l'anonimo personaggio che sta inviando il materiale ha fatto avere alla rivista di settore altri due documenti. Il primo è un appunto scritto a mano, apparentemente con un pennino d'epoca, su carta della Camera dei Deputati - Tribuna della stampa (un documento analogo è stato recapitato a Pinotti), il secondo è una lettera scritta a macchina su carta intestata dell'Agenzia Stefani.

Questo secondo documento riferisce di un "caso Moretti" (forse un UFO testimone) di cui non si poteva parlare che a quattr'occhi data la "delicatezza" e la "particolarità" della vicenda; indi lasciava intendere che divulgare, a mezzo stampa o per altra via, l'esistenza del Gabinetto RS/33 o parlare (presumibilmente) degli avvistamenti fosse oltremodo pericoloso.


Nel primo caso, perché la Stefani era diventata controllatissima, nel secondo perché dopo che il Gabinetto aveva accettato la collaborazione di elementi "Germanici", per volere del Duce che "aspirava alla reciprocità", su tutta la questione era calata una fortissima censura. Lo scrivente, che si rivolgeva ad un non meglio identificato Alfredo, si lamentava del fatto che sino a pochi mesi prima la Stefani ricevesse un bollettino ufficioso 'meteorologico'; dopo, nemmeno quello. E ricordava che occuparsi di "certe cose" poteva essere oltremodo pericoloso, tant'è che un "caso analogo precedente" di avvistamento UFO si era concluso con il ricovero in manicomio del testimone. 

Il documento riportava in calce la stessa sigla presente sui telegrammi del '33.

 


Anche questo carteggio è assai probabilmente autentico: per lo stile, il linguaggio (si accenna ai tedeschi con l'aggettivo 'germanici' ); per la carta intestata, che non ha data ma riporta la dicitura 'Agenzia Stefani - Roma (7) Via di Propaganda 27'. Ho controllato: la Stefani romana aveva effettivamente sede in via di Propaganda Fide (nome per esteso) al 27; ma sui documenti Stefani (ne ho rintracciato uno del '43, la richiesta di fucilazione di Ciano) l'Agenzia preferiva riportare l'indirizzo 'breve', 'via di Propaganda n.27', come è nell'X-file fascista.

In ultima analisi, questo documento appare essere una comunicazione privata tra due pezzi grossi della Stefani, uno dei quali - il firmatario - coinvolto sin dall'inizio nel cover up sugli avvistamenti UFO, che si lamentano per essere stati improvvisamente esclusi da tutte le informazioni, dopo l'entrata in gioco dei nazisti.
Quanto alla carta intestata Camera dei deputati, essa era stata scritta tutta a mano, riportava la dicitura 'no copia', che appare anche nei telegrammi del '33; era intestata - a mano - come 'Gabinetto RS/33' (e poteva dunque essere un memo per il Gabinetto o del Gabinetto, opera di un suo membro), e riportava il nome di un UFOtestimone, certo Tolmini, che compare anche nei carteggi inviati a Pinotti ed è qualificato come uno degli avvistatori degli UFO veneti del '36.

Presentava poi un elenco numerato comprendente una relazione introduttiva; la lettura di un "messaggio di Sua Eccellenza"; 



un ordine del giorno; una "relazione D.S. 4/6" (di De Santi?); la relazione di Tolmini; la lettura di un altro messaggio di un'Eccellenza; una relazione al Duce.

Il tutto doveva essere approntato in triplice copia e spedito all'archivio degli atti del Gabinetto e in copia a Roma e a Milano - su quest'ultimo invio il firmatario doveva essere dubbioso, avendo apposto un punto di domanda -, le due città principalmente coinvolte nelle indagini e nel cover up e dove, forse affatto casualmente, avevano sede le due principali Agenzie Stefani.



L'esclusione di Milano, e quindi del referente milanese Manlio Morgagni potrebbe essere la chiave di lettura per l'improvvisa fuoriuscita di questo materiale. Morgagni fu un fedelissimo del Duce sino alla fine; quando Mussolini venne arrestato, Morgagni si suicidò sparandosi alla tempia. Forse oggi qualcuno intende riabilitarne indirettamente la memoria, declassificando materiale tenuto nascosto negli archivi "perduti" della Stefani.

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