di Alfredo Lissoni
Anche Marconi credeva negli alieni!
Mentre proseguono le ricerche sugli X-files di Mussolini, il ritrovamento
di un documento d'epoca dimostra che il padre della radio credeva fermamente
nella vita extraterrestre.
Proseguono le indagini sui files fascisti. Ed intanto nuove prove giungono
a favore della veridicità di questi documenti. Ultima fra le tante, quella che
vede il fisico Guglielmo Marconi, ritenuto il capo del team investigativo UFO
fascista Gabinetto RS/33, entusiasta sostenitore dell'ipotesi extraterrestre. Si tratta di un nuovo volto del fisico italiano,
un aspetto decisamente poco noto. Già perché, al di là dei libri celebrativi
sulla figura di Marconi, o delle citazioni nei volumi scolastici, non è che poi
sia tuttora disponibile una ricca bibliografia specifica su questo grande
studioso, che ha rivoluzionato le telecomunicazioni. Ed il motivo, forse, è
presto detto. Trasformato dal Regime in un simbolo del fascismo, lo scienziato
Marconi è stato, col dopoguerra, volutamente "dimenticato" ed
accantonato (a differenza di quanto accadde in Gran Bretagna ed in America, ove
esiste addirittura un giorno a lui dedicato...).
Per questo motivo condurre delle ricerche più approfondite sul capo del
Gabinetto RS/33 è stata impresa particolarmente ardua, pur trattandosi,
paradossalmente, di un genio di casa nostra, le cui gesta ed aderenze avrebbero
dovuto essere più note.
Un libro utile, alla fine, l'abbiamo scovato. Si tratta di un volume
oltremodo raro, scritto durante il fascismo da un certo Mario La Stella, un
giornalista "di regime", che non perdeva occasione per esaltare
"l'italica genialità". Giornalista scientifico controcorrente, La
Stella ha legato il proprio nome anche ad opere sulla rabdomanzia e l'alchimia.
Il testo in questione si distingue per essere tecnico, documentato e
scientifico; rifugge qualsiasi forma di superstizione o di misticismo ed anzi
bolla con raro scetticismo voci e leggende nate attorno alla figura di Marconi.
Si intitola "Marconi - mago dell'invisibile, dominatore degli spazi"
ed è stato pubblicato dalle edizioni sarde Aurora nel 1937, poco prima della
scomparsa del premio nobel.
MESSAGGI EXTRATERRESTRI
La voce che Marconi credesse negli alieni circolò per poco tempo, in
Italia; ne aveva parlato, con una brevissima battuta, il giornalista Pietro
Cimatti in un articolo apparso sulla "Settimana Incom" l'1 maggio
1966; ma che non si trattasse solo di una voce ce lo conferma, citazioni e
fonti alla mano, proprio La Stella. E questo spiega perché nel '33 Mussolini,
fra tanti scienziati, abbia deciso di mettere proprio il fisico a capo del
Gabinetto RS/33 al posto di un astronomo, come suggerito dallo stesso Marconi,
o di un ingegnere aeronautico.
Ma vediamo cosa ci dice questo introvabile libro, da noi recuperato in una
bancarella d'antiquariato di Milano: "Riguardo alla possibilità di
comunicare per mezzo della radio con altri pianeti, il pubblico ricorda che
notizie del genere, scheletriche come contenuto, pieni di punti interrogativi
più che di affermazioni, ritornano di quando in quando a fare la loro comparsa
sulle colonne dei quotidiani.
Forse la più sensazionale è quella del 1920,
quando un giornale inglese, il 'Daily Mail' del 26 gennaio, dopo avere narrato
che da parecchio tempo gli operatori della telegrafia senza fili registrano di
giorno e di notte strane interruzioni dei loro segnali, che sembrano inviate da
grandissima distanza, intervista sul fatto Marconi, il quale dichiara: 'Noi riceviamo
occasionalmente dei segnali che potrebbero venire da un punto situato fuori del
globo terrestre.
Abbiamo osservato che questi segnali formano delle lettere, di
cui alcune, e particolarmente tre punti della lettera S, vengono ripetute con
maggiore frequenza delle altri; ma in nessun caso questa riunione di lettere
permette di formare un messaggio intelligibile. Questi segnali non solo sono
stati registrati simultaneamente a Londra e a New York (qui Marconi parla dati
alla mano, facendo continuamente la spola fra queste città. N.d.A.) e in queste
due città la loro intensità era identica, ciò che sembra indicare che essi
emanino da un punto oltremodo lontano, in confronto del quale i cinquemila km
che separano Londra da New York sono una piccola distanza".
"Dopo pochi giorni", aggiunge La Stella, "Marconi è
nuovamente intervistato giacché diversi scienziati hanno mosso delle obiezioni
alle sue dichiarazioni. Non solo il Mago riafferma la possibilità che le onde
radiotelegrafiche possano superare gli spazi interplanetari, ma precisa che gli
esperimenti pratici sinora eseguiti possono far credere che tutto il problema
si colleghi unicamente nella maggiore o minore lunghezza delle onde".
Le convinzioni di Marconi, che da queste dichiarazioni sembra essere addirittura
coinvolto negli esperimenti, si dovettero rafforzare presumibilmente quattro
anni dopo, quando accadde l'episodio che stiamo per raccontare.
CAPTATO UN VOLTO
All'epoca gli alieni erano i marziani; così almeno si credeva. Dunque per
ventiquattr'ore, dalle 22.50 del 21 agosto 1924, quando Marte si era venuto a
trovare in prossimità della Terra, per ordine del governo statunitense tutte le
radiotrasmittenti americane avevano taciuto permettendo così ad un inventore a
nome Francis Jenkins di mettere in funzione un apparecchio destinato a captare
presunti "programmi televisivi dei marziani". Nonostante
l'improbabilità dell'esperimento, Jenkins e gli altri studiosi coinvolti
captarono una successione indecifrabile di punti e linee, ma anche una serie di
segni che, curiosamente, ricordavano dei profili vagamente umani (uno, in
particolare, venne intercettato dal radioamatore David Todd).
Le attuali conoscenze ci inducono certo a sorridere di un tentativo
condotto con mezzi così poco sofisticati, oggi rifiutato dalla scienza
ufficiale. Ma in ogni caso, quale che fosse
la reale natura dei radiomessaggi ricevuti, essi contribuirono notevolmente ad
aumentare le convinzioni degli astronomi di frontiera, quali Desiderius Papp,
che per anni ribadirono pubblicamente che il pianeta rosso poteva essere
abitato.
Il 15 dicembre 1931, due anni prima di diventare il capo effettivo del
Gabinetto RS/33, sempre Marconi ribadiva le proprie convinzione al quotidiano
"Evening Standard", ma questa volta con i toni prudenti di chi non
voleva più essere attaccato dall'establishment ufficiale (evidentemente non
molto dissimile da quello attuale):"Ammesso che le stelle siano abitate da
esseri intelligenti, che abbiano una natura simile alla nostra, non vedo perché
non dovremmo comunicare con loro per mezzo delle onde hertziane",
riferisce La Stella.
Un seme era stato gettato. Due anni dopo, con l'atterraggio lombardo del
giugno del '33, di cui si parla nei files fascisti, questa profezia in parte si
avverava. Il governo italiano scopriva gli
extraterrestri.
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