di Alfredo Lissoni
tratto da UFO Notiziario - Proseguono le ricerche sui files fascisti.
Secondo questa documentazione, recentemente emersa ed inviata a più riviste di
settore, fra il 1933 ed il 1940 presso l'università La Sapienza di Roma avrebbe
segretamente operato un team di scienziati impegnati a capire la natura di
strani velivoli non convenzionali (che oggi chiamiamo UFO), dopo che uno di
essi sarebbe atterrato presumibilmente in Lombardia nel ‘33, recuperato in
tutta fretta dalla polizia segreta fascista e fatto sparire nel nulla.
Nel precedente numero di UFO Notiziario abbiamo sottolineato come tali documenti siano stati inviati in forma anonima sia al CUN che ad altre associazioni da un misterioso personaggio che abbiamo ribattezzato ‘Mister X’.
É stato Mister X - il cui coraggio non possiamo non sottolineare - che ha fatto conoscere alla comunità ufologica italiana l’esistenza del team di studio UFO fascista, noto come 'Gabinetto RS/33, che avrebbe avuto come braccio armato la polizia politica segreta di Arturo Bocchini (l'O.V.R.A.), incaricata di bloccare qualsiasi fuga di notizie; che avrebbe operato con la copertura delle massime autorità del regime (Mussolini, Balbo e Ciano), delle prefetture, dell'Agenzia di stampa Stefani; che sarebbe stato fondato su proposta di Giovanni Gentile e capitanato nominalmente dal fisico Guglielmo Marconi (peraltro sempre assente volontario) e de facto da un certo dottor Ruggero Costanti Cavazzani (pseudonimo probabilmente ricavato dal cognome di un noto politico popolare filofascista) e dall’astronomo Gino Cecchini (in seguito direttore dell’Osservatorio di Pino Torinese).
Nel precedente numero di UFO Notiziario abbiamo sottolineato come tali documenti siano stati inviati in forma anonima sia al CUN che ad altre associazioni da un misterioso personaggio che abbiamo ribattezzato ‘Mister X’.
É stato Mister X - il cui coraggio non possiamo non sottolineare - che ha fatto conoscere alla comunità ufologica italiana l’esistenza del team di studio UFO fascista, noto come 'Gabinetto RS/33, che avrebbe avuto come braccio armato la polizia politica segreta di Arturo Bocchini (l'O.V.R.A.), incaricata di bloccare qualsiasi fuga di notizie; che avrebbe operato con la copertura delle massime autorità del regime (Mussolini, Balbo e Ciano), delle prefetture, dell'Agenzia di stampa Stefani; che sarebbe stato fondato su proposta di Giovanni Gentile e capitanato nominalmente dal fisico Guglielmo Marconi (peraltro sempre assente volontario) e de facto da un certo dottor Ruggero Costanti Cavazzani (pseudonimo probabilmente ricavato dal cognome di un noto politico popolare filofascista) e dall’astronomo Gino Cecchini (in seguito direttore dell’Osservatorio di Pino Torinese).
Sempre secondo Mister X, nel 1940 il controllo pressoché totale sui dati
raccolti dal Gabinetto, i cui membri erano più propensi a credere alla tesi
delle armi segrete Alleate, sarebbe passato ai nazisti.
LA STORIA HA INIZIO
Nei limiti del possibile, abbiamo verificato tutti gli elementi fornitici
col contagocce da Mister X. Impresa non facile, visto che l’anonimo dei
componenti il Gabinetto aveva fornito soltanto i cognomi (due dei quali scritti
in maniera errata, per di più). Ma ciò che abbiamo scoperto ci porta a ritenere
le rivelazioni altamente credibili. Vera è la storia che Marconi non partecipò
mai alle sedute del Gabinetto; il diario della figlia Degna (abbiamo cercato di
contattarla, ma i parenti ci hanno detto che si è spenta tre anni fa) riferisce
che nel ‘33 il fisico stava effettuando il giro del mondo, nel corso di una
serie di test sulla radiotelegrafia; dunque, non poteva certo essere parte
attiva nelle riunioni del Majestic 12 fascista.
Quanto al referente del Duce nel team supersegreto, il conte Cozza di cui
parla Mister X, è esistito ed altri non era che il senatore Luigi Cozza, conte
e presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.
Credibili anche gli altri membri del Gabinetto RS/33, senatori i burocrati
dirigenti, scienziati non troppo in vista (e dunque con garanzia di maggiore
riservatezza) i tecnici. Costoro, per come li ho identificati, erano: il
chirurgo e biologo sperimentale Filippo Bottazzi dell'università di Napoli;
l'ingegnere aeronautico Gaetano Arturo Crocco, fondatore della Società Italiana
Razzi e teorizzatore della colonizzazione dello spazio; il botanico Romualdo
Pirotta della Sapienza di Roma (intimo amico di quel professor Filippo Eredia
che nel 1946 screditò un'ondata di avvistamenti di razzi fantasma sull'Europa);
il genio matematico Francesco Severi, che fu insegnante alla Sapienza e, nel
1940, alla Pontificia Accademia delle Scienze; Giancarlo Vallauri (che Mister X
chiama erroneamente 'Dallauri'), insegnante di elettrotecnica e ferromagnetismo
ed Accademico dei Lincei; il chimico Francesco Giordani dell'Università di
Napoli; un certo Debbasi, più probabilmente Dante De Blasi, medico igienista che
insegnò alle università di Napoli e Roma e che nel '42 divenne un accademico
pontificio (come Severi).
Il fatto che Cecchini, l’unico astronomo, pare non fosse poi parte attiva, sembra confermare quanto sostenuto da Mister X, cioè che il team propendesse per una spiegazione convenzionale del fenomeno UFO. O quanto meno, una parte del team; non si spiegherebbe altrimenti la presenza di un chimico, un biologo ed un medico (ma forse nuovi documenti, magari riferiti ad IR-3, debbono ancora vedere la luce, riservando ulteriori sorprese).
Il fatto che Cecchini, l’unico astronomo, pare non fosse poi parte attiva, sembra confermare quanto sostenuto da Mister X, cioè che il team propendesse per una spiegazione convenzionale del fenomeno UFO. O quanto meno, una parte del team; non si spiegherebbe altrimenti la presenza di un chimico, un biologo ed un medico (ma forse nuovi documenti, magari riferiti ad IR-3, debbono ancora vedere la luce, riservando ulteriori sorprese).
Elemento interessante di questa UFO-connection è che il team presentasse
esperti in campo spaziale, aeronautico, chimico-biologico ed elettrotecnico;
sette su sette legati all'Accademia dei Lincei, tre in stretto rapporto col
Vaticano, tre dipendenti de La Sapienza di Roma, tre in seguito facenti parte
del CNR, quel Comitato Nazionale per le Ricerche fondato nel 1923 da Giovanni
Gentile (membro del Gabinetto RS/33) e riorganizzato a Roma nel '33 su un
progetto del conte Cozza (del Gabinetto RS) e diretto dal '27 al '37...da
Guglielmo Marconi!
Il dato curioso è che a tutt’oggi il CNR, i cui vertici forse qualcosa
sanno, ha sempre espresso pareri negativi sul fenomeno UFO (cover up?), sia
quando dopo l’ondata del 1978 l’allora Ministro alla Difesa Spadolini cercò di
incaricare il centro delle ricerche sui dischi volanti, sia all’epoca del flap
belga, sulla cui genuinità il CNR espresse forti dubbi, nonostante l’accredito
dei militari di Bruxelles.
L’insieme di coincidenze che legano tutti questi personaggi è troppo
corposa per essere casuale e gioca a favore dell’autenticità dei fatti; in
alternativa, avevo pensato ad un falso molto ingegnoso ideato da persona
particolarmente addentro all’establishment citato, dunque membro egli stesso
del CNR. Ma era un’ipotesi assai remota, che la perizia sui documenti originali
ha allontanato definitivamente. In più, sapevo che di eventi UFO nel ‘33 ve ne
furono effettivamente.
Ne abbiamo trovato traccia in un libro di Pinotti (1), che ha scritto: "É il 14 agosto 1933. Il sig. Elvano Ferrini, allora sedicenne, osserva con molti altri testimoni un sigaro volante che attraversa, apparendo e scomparendo fra le nuvole, tutta la volta del cielo in una trentina di secondi, verso le 14.30, maestoso e velocissimo. ‘Né prima né dopo ho mai visto qualcosa di simile’, ci ha dichiarato il testimone nel 1991". Il luogo dell’avvistamento? La città di Forlì, curiosamente proprio uno dei luoghi da cui Mister X ha spedito parte dei documenti.
Ne abbiamo trovato traccia in un libro di Pinotti (1), che ha scritto: "É il 14 agosto 1933. Il sig. Elvano Ferrini, allora sedicenne, osserva con molti altri testimoni un sigaro volante che attraversa, apparendo e scomparendo fra le nuvole, tutta la volta del cielo in una trentina di secondi, verso le 14.30, maestoso e velocissimo. ‘Né prima né dopo ho mai visto qualcosa di simile’, ci ha dichiarato il testimone nel 1991". Il luogo dell’avvistamento? La città di Forlì, curiosamente proprio uno dei luoghi da cui Mister X ha spedito parte dei documenti.
IPOTETICI SCENARI
Un elemento che mi ha fatto molto riflettere è stato il coinvolgimento di
Marconi nel Gabinetto RS/33. Un elemento curioso, che qui presento a mero
titolo speculativo, è che costui avrebbe - gli storici non sono concordi -
costruito sul finire degli anni Trenta un misterioso raggio della morte in
gradi di paralizzare all’istante i sistemi elettrici dei motori. Sarà solo un
caso ma oggi sappiamo, col senno di poi, che questa è una prerogativa degli
UFO! E trovare proprio lo scopritore del raggio della morte in una commissione
di studio UFO inevitabilmente adombra il sospetto che i fascisti studiassero...
retroingegneria aliena!
É solo un’ipotesi, per carità; ma in questa indagine le combinazioni che
stanno sostenendo queste ipotesi diventano oggi giorno sempre più numerose.
Che dire, del raggio della morte? La maggior parte degli storici e degli
scienziati pensano fosse una bufala propagandistica messa in giro da Mussolini;
secondo lo storico Ugo Guspini dietro questa leggenda si sarebbe celato in
realtà il progetto segreto di costruzione del radar (2); per Antonio Spinosa
era invece un’arma in grado di carbonizzare le persone (3); parzialmente
scettico si è detto un altro storico, Aurelio Lepre (4), ma un suo collega,
Bruno Gatta (5) la pensa diversamente: "Negli ultimi mesi, negli ultimi
anni della vita di Marconi ricorre più di una volta la voce della sua scoperta
del cosiddetto raggio della morte.
L'incredibile invenzione è respinta da alcuni, ma trova conferma in un ultimo documento mussoliniano del 20 marzo 1945, più che un'intervista un soliloquio alla presenza di un giornalista, Ivanoe Fossani, nell’isoletta di Trimefione, nel Garda, di fronte a Gargnano. Quella sera, fra tante cose, si parlò anche di Marconi e dei suoi ultimi esperimenti ai quali assistette il duce. ‘Sulla strada di Ostia, ad Acilia, ha fermato i motori delle automobili, delle motociclette e dei camion. Nessuno sapeva rendersi conto dell'improvviso guasto.
L'esperimento venne ripetuto sulla strada di Anzio con i medesimi risultati. Ad Orbetello due apparecchi radiocomandati vennero incendiati ad oltre duemila metri di altezza. Marconi aveva scoperto il raggio della morte! Sennonché egli, che negli ultimi tempi era diventato religiosissimo, ebbe uno scrupolo di carattere umanitario e chiese consiglio al Papa ed il Papa lo sconsigliò di rivelare una scoperta così micidiale. Marconi, turbatissimo, venne a riferirmi sul suo caso di coscienza e sull’udienza papale. Io rimasi esterrefatto.
Gli dissi che la scoperta poteva essere fatta da altri ed usata contro di noi, contro il suo popolo; per rasserenarlo lo assicurai che il raggio non sarebbe stato usato se non come estrema risoluzione, avevo fiducia di poterlo convincere gradatamente. Invece Marconi moriva improvvisamente. Da quel momento temetti che la mia stella incominciasse a spegnersi’, disse il Duce".
L'incredibile invenzione è respinta da alcuni, ma trova conferma in un ultimo documento mussoliniano del 20 marzo 1945, più che un'intervista un soliloquio alla presenza di un giornalista, Ivanoe Fossani, nell’isoletta di Trimefione, nel Garda, di fronte a Gargnano. Quella sera, fra tante cose, si parlò anche di Marconi e dei suoi ultimi esperimenti ai quali assistette il duce. ‘Sulla strada di Ostia, ad Acilia, ha fermato i motori delle automobili, delle motociclette e dei camion. Nessuno sapeva rendersi conto dell'improvviso guasto.
L'esperimento venne ripetuto sulla strada di Anzio con i medesimi risultati. Ad Orbetello due apparecchi radiocomandati vennero incendiati ad oltre duemila metri di altezza. Marconi aveva scoperto il raggio della morte! Sennonché egli, che negli ultimi tempi era diventato religiosissimo, ebbe uno scrupolo di carattere umanitario e chiese consiglio al Papa ed il Papa lo sconsigliò di rivelare una scoperta così micidiale. Marconi, turbatissimo, venne a riferirmi sul suo caso di coscienza e sull’udienza papale. Io rimasi esterrefatto.
Gli dissi che la scoperta poteva essere fatta da altri ed usata contro di noi, contro il suo popolo; per rasserenarlo lo assicurai che il raggio non sarebbe stato usato se non come estrema risoluzione, avevo fiducia di poterlo convincere gradatamente. Invece Marconi moriva improvvisamente. Da quel momento temetti che la mia stella incominciasse a spegnersi’, disse il Duce".
Questa versione è stata confermata ad un giornalista anche da Claretta
Petacci, che del Duce fu amante e confidente.
IL RAGGIO DELLA MORTE
Vero o falso? La leggenda vuole che Marconi, in crisi esistenziale, rifiutò
di cedere ai fascisti il brevetto di un'arma così pericolosa; aveva il Papa
dalla sua (e che i due fossero amici è testimoniato dalla figlia, che ricorda
una celebre udienza in Vaticano nel '33. Non dimentichiamoci poi che fu Marconi
l’ideatore della Radio Vaticana. Con il Pontefice era dunque in strettissimo
rapporto).
Pochi mesi dopo, prosegue la storia, il fisico moriva improvvisamente, solo e dimenticato (in realtà non era affatto solo; al suo capezzale c'erano il medico e la figlia Degna), portandosi nella tomba i segreti di quest’ipotetica arma. In ogni caso, Mussolini qualcosa sapeva; ed anche i nazisti, in conseguenza: forse per volere dello stesso Duce o, peggio ancora, grazie ai maneggi della Gestapo.
Solo l'anno scorso si è scoperto, difatti, che Claretta Petacci, l'amante di Mussolini, spiava il Duce e passava informazioni alla polizia segreta nazista (6); secondo uno studio dello storico Marino Viganò, la Petacci avrebbe passato al Reich documenti trafugati fra il 1944 ed il 1945, ma, aggiungiamo noi, non si può escludere che le azioni spionistiche andassero avanti da anni. Non si spiegherebbe altrimenti l'episodio che stiamo per raccontare.
Pochi mesi dopo, prosegue la storia, il fisico moriva improvvisamente, solo e dimenticato (in realtà non era affatto solo; al suo capezzale c'erano il medico e la figlia Degna), portandosi nella tomba i segreti di quest’ipotetica arma. In ogni caso, Mussolini qualcosa sapeva; ed anche i nazisti, in conseguenza: forse per volere dello stesso Duce o, peggio ancora, grazie ai maneggi della Gestapo.
Solo l'anno scorso si è scoperto, difatti, che Claretta Petacci, l'amante di Mussolini, spiava il Duce e passava informazioni alla polizia segreta nazista (6); secondo uno studio dello storico Marino Viganò, la Petacci avrebbe passato al Reich documenti trafugati fra il 1944 ed il 1945, ma, aggiungiamo noi, non si può escludere che le azioni spionistiche andassero avanti da anni. Non si spiegherebbe altrimenti l'episodio che stiamo per raccontare.
Nel libro Situation red, the UFO siege! (7) Leonard Stringfield, il primo
fra gli ufologi a dare credito, vent'anni fa, alle rivelazioni militari sugli
UFO-crashes, cita en passant un episodio sbalorditivo. Scriveva Stringfield nel
1977: "Secondo una fonte piuttosto attendibile, il figlio di un ex membro
del Ministero degli Interni degli Stati Uniti che lavorava per il servizio
segreto in Germania nell'estate del '39, un avvenimento estremamente insolito
avvenne nella città di Essen. Nell'ora di punta del traffico si fermò tutto ciò
che era elettrico e meccanico: automobili, autobus, tram, motociclette,
orologi. Il padre, che era ad Essen, ricordava che quando il momento di
depressione fu al culmine, durante una decina di minuti, le automobili non
erano nemmeno in grado di suonare il clacson".
"A quei tempi", prosegue Stringfield, optando però per la tesi ufologica, "la risposta era scontata: una manovra sperimentale delle armi segrete di Hitler! I giornali tedeschi non parlarono dell'episodio, ma i dati informativi che descrivevano gli effetti dell'arma sospetta furono trasmessi a Washington agli enti competenti".
Conclude Stringfield: "Naturalmente il tempo a dimostrato che i tedeschi non possedevano un'arma di tale potenza, altrimenti la guerra avrebbe avuto un esito disastroso per gli Alleati". Se questa storia non è una panzana, forse Stringfield si sbagliò: gli UFO centravano solo indirettamente; il black out di Essen era stato realmente causato dal raggio della morte che i nazisti avevano - forse - sottratto ai fascisti. Cronologicamente, tornerebbero i conti con la progressiva militarizzazione nazista del Gabinetto RS/33 sul finire del ‘39 e con certi esperimenti di radiodisturbo effettuati dai tedeschi, i più famosi dei quali videro la costruzione di dischi volanti infuocati e radiocomandati (le feuerball o palle di fuoco), che interferivano con i radar ed i motori degli aerei (8).
"A quei tempi", prosegue Stringfield, optando però per la tesi ufologica, "la risposta era scontata: una manovra sperimentale delle armi segrete di Hitler! I giornali tedeschi non parlarono dell'episodio, ma i dati informativi che descrivevano gli effetti dell'arma sospetta furono trasmessi a Washington agli enti competenti".
Conclude Stringfield: "Naturalmente il tempo a dimostrato che i tedeschi non possedevano un'arma di tale potenza, altrimenti la guerra avrebbe avuto un esito disastroso per gli Alleati". Se questa storia non è una panzana, forse Stringfield si sbagliò: gli UFO centravano solo indirettamente; il black out di Essen era stato realmente causato dal raggio della morte che i nazisti avevano - forse - sottratto ai fascisti. Cronologicamente, tornerebbero i conti con la progressiva militarizzazione nazista del Gabinetto RS/33 sul finire del ‘39 e con certi esperimenti di radiodisturbo effettuati dai tedeschi, i più famosi dei quali videro la costruzione di dischi volanti infuocati e radiocomandati (le feuerball o palle di fuoco), che interferivano con i radar ed i motori degli aerei (8).
Certo, sappiamo che il raggio della morte, se mai è esistito, non venne
portato a termine; forse, come per le V-7, ci volle troppo tempo per
perfezionarlo, o fu impossibile gestire una simile tecnologia avanzata.
IL GIORNO DOPO LA ROSWELL ITALIANA
Molto probabilmente, lo abbiamo già detto nel precedente articolo, i files
fascisti diedero un impulso alla costruzione dei dischi volanti nazisti, le
V-7. Che i tedeschi iniziassero nel 1941 a costruire velivoli discoidali, in
tutto e per tutto simili agli UFO, è un dato di fatto confermato pubblicamente,
negli anni Cinquanta, da diversi personaggi che presero parte a questi
esperimenti, dal pilota Rudolph Schriever, la cui V-7 venne testata a Praga il
14 febbraio 1945, all'ingegnere milanese Giuseppe Belluzzo, che ammise di avere
costruito i velivoli discoidali, ad Andrea Epp, ingegnere del Reich che costruì
un minidisco a Bremerhaven nel ‘43, con il quale sognava addirittura di
colonizzare la Luna e che nel maggio del 1969 ne presentò la ricostruzione alla
fiera di Padova (9).
I diversi autori, come pure gli storici che si sono occupati della vicenda
quali Rudolf Lusar (10), concordano nel ritenere che lo sfondamento del fronte
russo impedì al Reich di perfezionare quella che oggi definiremmo
retroingegneria aliena; i dischi volanti nazisti vennero distrutti dai tedeschi
o - in minima parte - recuperati ed occultati dai russi (che negli ultimi
cinquant'anni, difatti, ne hanno costruito diverse versioni, dai modelli
Rossyia all'Ekip, tutte scarsamente funzionanti).
Ma il ricordo delle ricerche nazi-fasciste in qualche modo rimase, presso i
vertici militari Alleati. E certamente contribuì a diffondere, presso certi
strati dell’Intelligence russo-americana, la credenza che gli UFO fossero in
realtà prototipi di brevetti nazisti sviluppati dalla controparte, durante la
Guerra Fredda. A cominciare dall’avvistamento di
Kenneth Arnold.
Già perché nel 1933 due ufficiali nazisti, Walter e Reimar Horten,
iniziavano a progettare degli ordigni triangolari. Costruirono i primi
prototipi nel 1936 a Cologna e ne testarono i successivi sviluppi a Goettingen
nel ‘44; erano degli UFO terrestri a forma di V, detti ali volanti o modelli
Horten (11).
Alla fine del conflitto, l’Horten cadde nelle mani degli americani e venne
nascosto nella base di Silver Hill, nel Maryland. Grazie a quel modello, gli
USA realizzarono nel 1947 l'ala volante Northrop, e molti anni dopo lo Stealth.
Quando, proprio nel 1947, esplose la mania dei dischi volanti, quei pochi
ufficiali dell'Intelligence che erano al corrente di questi progetti, e
fors’anche dei files fascisti, pensarono che gli UFO altro non fossero che armi
segrete.
Kenneth Arnold diceva di averne visti nove, di questi ordigni e, sebbene la stampa li raffigurasse circolari e a coda di rondine, avevano la forma di una mezzaluna (basti vedere i disegni originali del pilota americano). Erano probabilmente i nove Northrop Flying Wing Bombers costruiti nella celebre base (ritenuta "degli UFO") di Muroc. L'US Aire Force in seguito fece sparire ogni traccia di questo progetto (12). Ma c'è una prova, una rarissima fotografia che mostra i nove ordigni tutti in fila.
Kenneth Arnold diceva di averne visti nove, di questi ordigni e, sebbene la stampa li raffigurasse circolari e a coda di rondine, avevano la forma di una mezzaluna (basti vedere i disegni originali del pilota americano). Erano probabilmente i nove Northrop Flying Wing Bombers costruiti nella celebre base (ritenuta "degli UFO") di Muroc. L'US Aire Force in seguito fece sparire ogni traccia di questo progetto (12). Ma c'è una prova, una rarissima fotografia che mostra i nove ordigni tutti in fila.
Tutto ciò nulla toglie all'ipotesi extraterrestre dei dischi, ma mi induce
a riflettere su quanto poco si sappia, a distanza di oltre mezzo secolo, dei
maneggi dei governi sui dischi volanti. Alieni e non.
Note:
1. "Zic" del 6-9-40. Cfr anche E. Varalli - Sesto Calende porto
di cielo, Gruppo Lavoratori Siai Marchetti, Varese 1979.
2. AA.VV - Ali a Varese, Provincia di Varese, Varese-Milano 1997.
3. "Il cambio della guardia alla Federazione" in "La
Sera" 26-6-33. "Il nuovo Segretario Federale di Milano" ne
"Il Sole" 25-6-33. "Il saluto del nuovo Segretario
Federale" ne "Il Sole" 28-6-33.
4. "Convocazioni di zone" in "La Sera" 17-6-33 p.4.
5. "Raduni fascisti nel Comasco" in "La Sera" 23-6-33
p.2.
6. "Improvvisa visita di Sua Maestà la Regina" ne "Il
Sole" 19-6-33.
7. Qualcosa di analogo accadde anche in occasione dei sorvoli UFO di
Venezia e Mestre nel ‘36. Dopo che un sigaro volante e due dischi vennero
invano inseguiti da un caccia la rivista "Il Politecnico", che
evidentemente ne era al corrente, prese ad insistere sulla necessità dei rifugi
antiaerei.
8. "La Sera" del 17-6-33.
9. "Morto monsignor Capula" in "Giorno" 25-7-00.
10. "Vi racconto che fine hanno fatto le casse del Duce", di
F.Pelizzari in "Giorno" 22-8-00.
11. Id.
12. "Il falegname che nascose i segreti del Duce" in
"Giorno" 17-8-00.
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