di Alfredo Lissoni
La ricerca sui files fascisti non smette
mai di stupire. Le indagini CUN stanno ancora andando avanti, ed i risultati
che ogni giorno ricaviamo dimostrano come si sia appena scalfita la punta di un
iceberg. In primo luogo, l’esame chimico degli unici originali in possesso
degli ufologi - i files veneti del ‘36, recapitati anonimamente a Roberto
Pinotti - ha dato esito positivo: i documenti sono autentici; abbiamo così
lavorato molto anche in questa direzione, cercando di rintracciare i testimoni
coinvolti. Non abbiamo avuto fortuna, in quanto, dai nominativi forniti nei
carteggi del ‘36, non vi è più alcun Tolmini a Venezia-Mestre; quanto ai
Venanzi (altro nome che appare citato nei files), delle uniche due famiglie
rimaste, una non viveva in Veneto negli anni Trenta e l’altra non ha mai avuto
a che fare con avvistamenti di alcun tipo.
Un testimone indipendente, non
citato cioè nei documenti, che aveva assistito a quell’evento pubblico e
plateale - la comparsa di un sigaro e di due sfere nel cielo veneziano il 22
agosto 1936 - il nostro Pinotti lo ha comunque rintracciato; un secondo
spettatore potrebbe essere il misterioso "C.H. di Mestre" che, nel
dicembre del ‘43, scrisse alla rivista teosofica "Arcobaleno"
(diretta dal gruppo contattista milanese che oggigiorno edita "Nuove albe,
nuovi tramonti") chiedendo lumi sull’esistenza di forme di vita
extraterrestre sugli altri pianeti. É solo un’illazione, ma il fatto che
proprio un cittadino di Mestre - la città degli avvistamenti UFO del ‘36 -
decidesse di ricorrere ad una rivista specialistica e così a circuito
chiuso quale "Arcobaleno" (che era stata messa fuori legge
dal Regime per certe tematiche che oggi definiremmo contattistiche), adombra
più di un sospetto.
CERCANDO NUOVE PROVE
Ho poi indagato sui presunti
"bollettini ufficiosi meteorologici" che il Gabinetto RS/33 inviava
alla Stefani di Milano (secondo quanto scritto in uno degli ultimi documenti
divulgati da Mister X), presumibilmente tra il 1933, anno dell’atterraggio
lombardo, al 1940, periodo in cui tutta la documentazione sarebbe stata
acquisita in toto dai nazisti. Nella "nota personale
riservatissima" che riferiva dell’atterraggio del ‘33 si citava
espressamente l’Osservatorio astronomico di Milano Brera; esso era incaricato
della diffusione di versioni tranquillizzanti (passaggi di meteore), atte a
coprire gli avvistamenti UFO. É stato là che chi scrive ha indirizzato parte
delle proprie indagini. Presso la Biblioteca di Brera, una delle due più
fornite di Milano, quel bollettino però non risultava.
La possibilità di
trovarlo era peraltro minima, trattandosi di documenti non ufficiali, quindi
coperti dal segreto; certo, sarebbe stato un colpaccio. C’erano invece: il
bollettino dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geotermica di Roma (nel ‘36
attivo come Regio Ufficio Centrale di Meteorologia e Geofisica); quello degli
Atti Ufficiali Prefettura di Milano; il Bollettino parlamentare; quello
dell’Aviazione Civile, quello della Specola Vaticana; il Bollettino Ufficiale
del CNR. Parte di questi documenti non erano disponibili alla consultazione,
parte si riferivano a periodi storici precedenti o posteriori la durata del
Gabinetto fascista. Dopo questo buco nell’acqua indirizzai le ricerche presso
la Biblioteca dell’Osservatorio Astronomico di Brera. Anche là non risultava
alcun bollettino o bullettino, né astronomico né meteorico,
riferibile ai files fascisti.
C’erano invece gli "Atti della Reale
Accademia delle Scienze di Torino", che documentavano le condizioni meteo
del giorno dell’atterraggio del ‘33: una giornata piovosa, preceduta, il giorno
prima, da un temporale. Un po’ poco per ipotizzare, come hanno fatto altri, un
UFO-crash stile Roswell (che alcuni vogliono causato da un fulmine che avrebbe
colpito l’UFO).
Non venivano riferiti eventi strani
(passaggio di bolidi, sismi, globi nel cielo) nel "Bollettino Sismico
Macrosismi" del Regio Ufficio Centrale di Meteorologia e Geofisica di
Roma; né, circa i fatti del ‘36, nell’Estratto del "Bollettino del
Comitato per la Geodesia e la Geofisica del CNR" (contenente i risultati
delle 164 osservazioni del cielo e del sole condotte da alcuni scienziati nel
‘36 sul Monte Rosa, durante i test per misurare la radiazione solare diretta,
diffusa e globale). Insomma, sulle pubblicazioni interne di astronomia non vi
era alcun riscontro circa i fatti del ‘33.
Maggior
fortuna abbiamo avuto invece con Marconi, grazie al rinvenimento di un
rarissimo volume, scritto durante il fascismo dal giornalista di regime Mario
La Stella, che documenta dati alla mano la passione del premio Nobel per gli extraterrestri.
Il testo in questione si intitola "Marconi - mago dell’invisibile,
dominatore degli spazi" ed è stato pubblicato dalle edizioni sarde Aurora
nel 1937, poco prima della scomparsa del fisico.
In
realtà, la voce che Marconi credesse negli alieni circolò in Italia anche negli
anni Sessanta (l’11 maggio 1966 il giornalista Pietro Cimatti ne accennò molto
brevemente sulla "Settimana Incom"); La Stella riporta invece due
dichiarazioni dello scienziato, apparse rispettivamente sul "Daily
Mail" del 26-1-20 e sullo "Evening Standard" del 15-12-31, con
cui si riferiva e della ricezione di radiomessaggi alieni, alcuni dei quali
simili a lettere dell’alfabeto, dallo spazio esterno; e dell’effettiva possibilità
di comunicare "tramite le onde hertziane" con altre intelligenze.
Alla
luce di queste prese di posizione, non stupisce dunque che Mussolini pensasse
proprio a Marconi, come vertice del Gabinetto RS/33.
Proseguendo nella ricerca storica,
abbiamo avuto ulteriori conferme anche dell’interesse strategico dei
servizi segreti fascisti per le misteriose aeronavi; non solo l’Italia
rivestiva un ruolo prioritario nella conquista degli spazi aerei, all’epoca;
era in realtà dal secolo precedente che il nostro Paese tentava di potenziare
il proprio apparato aereo, come ribadiva la Domenica del Corriere del 29
gennaio 1899, inneggiando ad un siluro volante costruito dal tenente Giampietro
Vialardi, dell’Università di Pavia, nel tentativo di "gettare le basi per
una Società aeronautica italiana". Vialardi custodiva a Milano un
prototipo in alluminio a metà strada tra un dirigibile ed un aereo; ideale
continuatore delle sue opere fu, agli inizi del Ventennio, quel Gaetano Arturo
Crocco della Società Italiana Razzi, scelto per merito come membro effettivo
del Gabinetto RS/33.
E GLI ARCHIVI BRUCIATI
Riferimenti
più precisi verso un’organizzazione così bene articolata ed efficiente, quale
si andava configurando ogni giorno di più il Gabinetto RS/33, dovevano essere
rimasti nei vari archivi storici. Decisi così di concentrare le mie
ricerche sugli archivi delle strutture coinvolte nel recupero lombardo del
disco del ‘33. Copia
dei documenti, o dei registri che annotavano la presenza degli stessi, dovevano
esistere, per legge e per regolamento bibliotecario. La ricerca si restringeva
così a tre strutture ben precise: gli archivi della Prefettura, dei
Carabinieri, della Questura.
In Prefettura, ove legalmente il segreto di Stato
decade dopo cinquant’anni (settanta in caso di privacy) non trovai nulla,
probabilmente perché i files fascisti (che presumibilmente avvisavano il
prefetto del recupero del disco, come è riferito nella "nota personale
riservatissima") erano stati spediti all’archivio ministeriale di Roma, da
prassi. Quanto ai Carabinieri, un maresciallo, che ho agganciato casualmente
durante le ricerche, per poco non mi è scoppiato a ridere in faccia quando gli
ho chiesto come arrivare alla documentazione (prudentemente, avevo evitato di
dire che si trattava di avvistamenti UFO, preferendo parlare di aerei spia
Alleati...).
"Su questi fatti c'è sempre il segreto militare", è
stata la prevedibile risposta. Quanto alla Questura, una laconica nota sui
registri prefettizi avvisava, stile X-files, che "tutti i carteggi dal
1900 al 1943 erano andati distrutti in un incendio". Ma alla fine la
costanza è stata premiata e, sempre dagli archivi della Prefettura, sono emersi
due dossier dalla dicitura assai intrigante: "Aeroplani sospetti -
Segnalazioni 1931 - 1933 - 1934 - 1935" (ma si arrivava sino al 1938).
Erano tutti documenti originali che, pur non menzionando in alcun modo i files
milanesi del Gabinetto RS/33, riferivano di alcune centinaia di sorvoli anomali
nell’arco di sette anni, in tutta Italia.
La sigla UFO ovviamente all’epoca non
esisteva; si parlava di "velivoli non identificati". Nei circa 500
telegrammi alla Prefettura da me visionati, riferibili ad altrettanti casi, vi
erano "UFO" (nel senso lato del termine) di ogni genere: aerei di
contrabbandieri, aerei spia o velivoli da turismo che sovente, a causa della
quota, delle condizioni meteo o della velocità, non si riuscivano ad
identificare; in molti casi, dunque, partiva l'allarme aereo, per le intrusione
non autorizzate. Le violazioni del nostro spazio aereo venivano immediatamente
segnalate ad una rete di sorveglianza ben precisa (che anticipò di anni quella
del Project Twinkle americano); la stessa che, molto probabilmente, venne
utilizzata dal Gabinetto RS/33, in quanto attiva ed operativa.
VELIVOLI NON IDENTIFICATI
Per quanto riguardava il capoluogo
lombardo, venivano immediatamente allertati la Regia Prefettura (per
"Intelligenza Milano", con coinvolgimento cioè dei servizi segreti),
gli Uffici di milanesi di Cinisello, Piazza Napoli, Ghisolfa e Arena, il
Comando Difesa, gli aeroporti di Taliedo (centro radiotelegrafico) e Bresso, la
Questura. Talvolta i telegrammi venivano inoltrati in copia anche al Centro di
Raccolta Notizie del Viminale a Roma (con la dicitura "cta precdnz
asslt", consigliata precedenza assoluta). Ovviamente mi resi subito conto
che in larga parte gli avvistamenti si riferivano a violazioni aeree ben
terrestri (spesso gli aerei in seguito venivano identificati e bloccati; molti
erano svizzeri), giudicate particolarmente allarmanti nel clima dittatoriale
dell’epoca.
Non tutti i telegrammi erano però identici, ed i toni e gli allarmi
erano tali da lasciare supporre che la "mancata identificazione"
dipendesse a volte da ben altro motivo. Una minima ma consistente parte dei
telegrammi inviati ai servizi segreti descrivevano velivoli decisamente atipici
(da qui, probabilmente, la richiesta formale dell’inoltro all'Intelligence).
Facciamo alcuni esempi: "24 luglio del '34 - Precedenza assoluta su tutte
le precedenze - Allarme aereo - Comando aeroporto presso prefetti Lombardia -
Centro raccolta notizie Viminale Roma". Sondrio segnalava l’avvistamento
di un "velivolo non potuto identificare", a quota altissima, apparso
sopra la città alle 8.55; venivano allertati gli Uffici milanesi dell’Arena,
gli aeroporti di Bresso e Taliedo e la Questura.
Altro caso: 5 aprile 1934,
telegramma urgente da Genova. Il Semaforo (cioè il punto di
osservazione aerea) di Portofino segnalava alle 16.15, sulla rotta aerea di
Genova tre ordigni sconosciuti diretti a nordovest. Un minuto dopo gli ordigni
diventavano due e venivano avvistati da diversi punti d'osservazione della
città: Punto Mesco e Semaforo Genova. 18 maggio 1933; era la volta di un
ordigno a quota "altissima", che proveniva dalla Svizzera e si
dirigeva verso Como e Milano. 3 giugno del '33: la camicia nera milanese Agosti
inviava un fonogramma dal posto di osservazione Solferino chiedendo l'allarme
aereo. 8 luglio 1933; erano le 10.55 e due "velivoli sconosciuti",
che si differenziavano dai comuni aerei perché invertivano di botto la rotta,
sorvolavano Valona. Il 17 agosto 1933 il console Pagani avvisava del
sorvolo di un ordigno, su Milano. "Per misure precauzionali ho fatto
alzare la pattuglia di allarme", concludeva il fonogramma
.
Dall’esame dei files più
propriamente ufologici (69 su 500) emergeva innanzitutto il fatto che a Milano,
come del resto nelle prefetture di tutta Italia, arrivavano in copia i
telegrammi contenenti gli avvistamenti; ciò significa che non esistono 500
telegrammi per la sola Milano, ma per tutta Italia. Di questi, sono una
ridottissima parte poteva essere a sfondo ufologico, per un periodo compreso
fra il 1933 ed il 1937. Non vi erano files degni di rilievo nell’annata 1931;
non appariva dunque casuale che le prime schedature risalissero al 1933, anno
della nascita del Gabinetto RS/33.
I punti di osservazione (i Semafori) da
cui provenivano principalmente le segnalazioni erano Capo Noli, Capo Mele,
Portofino, Genova per la Liguria; l’aeroporto Mirafiori di Torino; quello di
Ghedi a Brescia; Campoformido (UD); altre segnalazioni provenivano da Imperia,
La Spezia, Savona, Ravenna, Varese, Aosta, Cuneo, Chiasso, Sondrio, Chiavenna,
Littoria, Napoli, Palermo, Trapani. Tutta l’Italia era dunque rappresentata, ma
solo 69 volte gli allarmi aerei furono tali da essere considerati decisamente
anomali (e solo 9, secondo questa ricerca, potrebbero essere definiti ufologici
in senso stretto).
Questi 69 documenti sono sostanzialmente ben diversi dalle
centinaia di altri da me visionati (ove ad esempio seguiva il riconoscimento
degli aerei; a volte Genova confermava l'identificazione di velivoli francesi,
Ciampino-Torre Orlando dei tedeschi e olandesi, Varese-Porto Ceresio degli
svizzeri, ecc...).
In
ogni caso quando i velivoli erano chiaramente identificabili, veniva segnalato
a chiare lettere. Tranne in 69 casi. L'indagine dunque prosegue...
NON POSSIBILE IDENTIFICARE
Qui
di seguito abbiamo raccolto tutte le segnalazioni anomale indirizzate
all’Intelligence fascista. Sono 68 fra telegrammi e fonogrammi, sugli oltre
cinquecento inviati alla Prefettura di Milano (ed in alcuni casi anche ai
servizi segreti) da tutta Italia. Alcuni di esse si riferiscono ad episodi
decisamente anomali, per i quali è stato necessario il coinvolgimento di più
enti; per altre è assai più semplice ipotizzare una spiegazione convenzionale
(da noi proposta a margine, per dare la dimensione statistica della
documentazione).
Sfortunatamente l’abuso dei termini "velivolo" ed
"aereo" (in mancanza dell’allora inesistente sigla UFO) non facilita
l’identificazione di taluni episodi. Circa la documentazione raccolta, abbiamo
indicato con la sigla "fon" i fonogrammi, con "tel" i
telegrammi. I fonogrammi non risultano inviati ai servizi segreti. Le voci in
corsivo si riferisco ai casi più anomali, presumibilmente ufologici in senso
stretto.
16-4-33 ore 10.10 (fon).
Apparecchio "non possibile identificare" fa scattare l’allarme aereo
su Milano. Il fenomeno si ripete alle 16.20, facendo nuovamente alzare la
pattuglia aerea d’allarme.
13-5-33 ore 18.20 (tel). Ordigno
dallo Spluga verso Milano e Como. Il fenomeno si ripete esattamente alla stessa
ora, cinque giorni dopo. Probabile aereo.
19-5-33 ore 10.20 (tel).
"Aeroplano sospetto" dalla Svizzera a Brescia. Allertati Sondrio,
Milano, Brescia e Bresso.
3-6-33. Raffica di
telegrammi per un "velivolo sconosciuto" che sfreccia a grande
velocità e a quota altissima, attraversando in pochi minuti lo spazio aereo che
dalla Svizzera porta a Como e Milano, descrivendo una rotta alquanto anomala;
viene intercettato da terra alle 10.00 (da Sondrio), alle 10.10 (da
Montespluga), alle 10.22 (da Milano Termine), alle 10.30 (Portoceresio). Alle
11.50 lo stesso ordigno (o uno analogo) punta verso la Svizzera (tornando
dunque indietro). Lo spiegamento di forze è notevole. Alle "ore 5" un
fonogramma della camicia nera Agosti avvisa che è stato decretato l’allarme
aereo dalla postazione milanese di via Solferino.
8-6-33
ore 12.27 (tel). Portofino segnala "aeroplano sconosciuto" diretto a
nordovest.
13-6-33 (due diversi tel). In
mattinata un velivolo proveniente dallo Spluga si dirige verso Milano.
23-6-33
ore 9.20 (tel). Il brigadiere CC Pleavano segnala velivolo proveniente dalla
Svizzera e diretto verso Como e Milano. Alle 20.25 un altro telegramma segnala
un velivolo da Pontechiasso a Milano.
28-6-33
(fon). Il Console Soati del Comando Legione Antiaerea di Milano smentisce il
passaggio di velivoli sospetti sulla città, a seguito di due fonogrammi di
allarme inviatigli alle 10.45 e alle 11.13. Dov’è finito il
"velivolo" misterioso?
1-7-33 ore 3 (fon). La camicia
nera Giovanni Erri avvisa di un "allarme aereo". Nessun altro
dettaglio disponibile.
8-7-33 ore 10.55
(tel). Velivoli che invertono la rotta su Valona (Albania, sotto tutela
italiana).
17-8-33 ore 17.25 (fon).
Apparecchio "non ben identificato" su Milano. Alzata la pattuglia
aerea.
8-9-33 ore 10.10 (tel). Velivolo
ad alta quota sopra Varese e Luino.
23-9-33 ore 17.45 (fon). Velivolo
su Milano, che viaggia da nord ad est. Il Console Pagani (IIº Legione Milano)
ordina il decollo della pattuglia d’allarme.
3-4-34 ore 14.00 (ben
sette telegrammi). Velivolo su Imperia. L’ordigno viene segnalato alle 14.12 su
Savona, mentre inverte improvvisamente la rotta e sparisce alla vista dietro il
monte Madonna del Rio. Alle 14.20 viene segnalato un ordigno che evoluisce
sopra Genova e poi sparisce alla vista. Si apprende che alle 13.32 il Semaforo
di Genova ha avvistato "tre idrovolanti sconosciuti". Altri
apparecchi ignoti avevano sorvolato il capoluogo ligure alle 11.28. Ancora
avvistamenti alle 9.29 e alle 18.58 da Capo Mele (IM). Allertati tutti gli
Uffici milanesi.
4-4-34 ore 13.26
(tel). Ordigno su Savona che inverte la rotta e sparisce.
18-10-35 ore 10.45 (tel). Il
"Distaccamento Boccio Pellice" segnala un aereo ad alta quota diretto
al Colle della Gianna (TO).
5-4-34 ore 16.15 (tel). Tre aerei
sconosciuti su Genova. Alle 16.30 su Imperia.
12-4-34 ore 17.52 (tel). Velivolo
sconosciuto su Imperia.
16-4-34 ore 10.23 (tel). Velivolo
su Capo Mele. Alle 16.40 i carabinieri di Milano segnalano un ordigno su
Varese.
20-6-34 ore 16.49 (tel). Velivolo
sconosciuto su Capo Mele.
24-7-34 ore 8.55
(tel). Ordigno "non potuto identificare" ad altissima quota su
Sondrio. Non viene allertata l’Intelligenza ma direttamente il Centro Raccolta
Notizie del Viminale a Roma.
16-5-36 ore 15.30
(ben cinque diversi telegrammi). Aereo sconosciuto su Savona, notato da Capo
Mele. Improvvisamente inverte la rotta e sparisce alla vista. Lo stesso
ordigno, o un altro, era stato segnalato alle 15.10 a Punto Mortola, alle 15.16
a Capo Arma e alle 15.18 a Bordighera. Il telegramma dell’avvistamento delle
15.30 viene inviato due volte dal prefetto savonese Oliveri alla prefettura di
Milano, all’Intelligenza, agli aeroporti di Taliedo e Lonate Pozzuolo; quindi,
a tutti i prefetti del Regno.
17-5-36 ore 9.09 (tel). Aereo
sconosciuto su Bordighera; altro avvistamento alle 9.18 su Imperia. Prob. aerei.
22-6-36
ore 12.09 (tel). Ordigno a quota altissima sopra Varese. Intelligenza non
allertata.
28-6-36
ore 8.43 (tel). Ben sei "aerei sconosciuti" da Punto Mortola (IM)
diretti a est.
2-7-36
ore 22.43 (tel). Aereo sconosciuto su Monte Circello, Littoria (oggi Latina). Intelligenza
non allertata; avvisato Ministero dell’Interno.
17-7-36 ore 15.20 (tel). Aereo
sconosciuto su Punto Mortola (IM). Fenomeno analogo alle 15.50 su Capo Noli.
Prob. aerei.
29-7-36 ore 15.00
(tel). Un "aereo" proveniente dalla Francia sorvola Ventimiglia a
quota bassissima (600 metri); poi viola la zona militare di Gouta e Baiardo.
Nonostante la bassa quota, nessuno degli osservatori militari riesce ad
identificare l’ordigno; per una strana "mancanza mezzi di comunicazione"
(per un black-out?) la Centuria della Milizia Confinaria può avvisare solo in
notevole ritardo le prefetture di La Spezia ed Imperia. Scatta l’allarme aereo.
3-8-36 ore 18.34 (tel). Aeroplano
sconosciuto a Punta Mortola (IM).
10-8-36 ore 17.08 (tel).
Aeroplano sconosciuto a Punta Mortola (IM).
19-8-36 ore 16 (tel). Aereo sconosciuto notato da Capo Mele.
Prob. aereo.
27-8-36
ore 9.45 (tel). Aereo sconosciuto notato da Capo Mele. Prob. aereo.
30-8-36
ore 12.34 (tel). Aereo sconosciuto notato da Capo Noli. Prob. aereo.
31-8-36
ore 10.35 (tel). Aereo sconosciuto su Capo Mele. Volo regolare. Altra
segnalazione da Genova alle 11.08 (Intelligenza non allertata).
1-9-36 ore 8.25 (tel). Ordigno su
Bordighera diretto a nordest. Volo regolare.
8-9-36 ore 11.19 (tel. cifrato).
Oggetto su Portofino. Intelligenza non allertata.
22-9-36 ore 15.37 (tel). Aereo
sconosciuto su Capo Noli.
13-10-36 ore 8.17 (tel). Aereo
"indistinto"; allertato il Ministero degli Interni e la Sicurezza di
Roma.
30-10-36 ore 12.25 (tel). Ordigno
su Capo Noli. Prob. aereo.
22-1-37 ore 10.45 (tel).
Aeroplano sconosciuto sorvola Bordighera. Prob. aereo.
13-2-37 ore 13.03 (tel).
"Aero (sic) sconosciuto" su Savona.
18-2-37 ore 12.42 (tel).
"Idro sconosciuto" visto dall’Osservatorio di Capo Noli.
13-3-37 ore 10.16 (tel). Aereo
sconosciuto su Bordighera. Prob. aereo.
1-5-37 ore 11.10 (tel).
Misterioso "rumore aereo" sopra Torino.
10-5-37 ore 9.33 (tel).
Misterioso "rumore aereo" sopra Capo Mele.
19-8-37 ore 15.55 (tel). Ordigno
proveniente dalla Francia diretto verso Torino; volava a quota altissima.
12-11-37 ore 14.55
(tel). Ordigno su Nuoro. Vengono
allertate tutte le prefetture d’Italia ed il Comando Aeroporto Mirafiori di
Torino.
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